Jonway A380: l'auto cinese tra BMW X3, Audi Q5 e Toyota Rav4

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La Jonway A380 si presenta in un nuovo facelift. Il suv cinese mostra linee ispirate ad alcune vetture europee come la BMW X3 e l’Audi Q5, con alcuni particolari orientali che ricordano la Toyota Rav4. Non contento del copia-incolla di linee, il marchio cinese ha copiato anche il nome, A380 è infatti l’ultimo aereo della Airbus: è il più grande al mondo e può trasportare fino a 853 persone.
Il nuovo frontale della A380 facelift, in stile Audi, presenta una nuova griglia e nuovi daylight led nelle prese d’aria laterali del paraurti. Il posteriore rimane invariato con il restyling della vettura, proponendo lo stesso BMW look delle precedenti versioni.
Il facelift dovrebbe arrivare sul mercato cinese entro la fine dell’anno, sostituendo la precedente versione lanciata nel corso del 2010, aggiornata lo scorso marzo e presentata al Salone di Pechino. La Jonway A380 sarà in vendita con prezzi compresi tra i 10.250 ed i 13.300 euro. Attualmente sono previste tre opzioni per quanto riguarda la motorizzazione: a listino sono infatti presenti un 1.6, un 1.8 ed un 2.0. Quest’ultimo dovrebbe però essere eliminato dalla line up del modello. La trazione è affidata unicamente alle ruote anteriori mentre i clienti possono scegliere se optare per una trasmissione automatica a 5 rapporti, oppure per un cambio manuale a 5 marce.

Jonway A380: l'auto cinese tra BMW X3, Audi Q5 e Toyota Rav4 é stato pubblicato su Autoblog.it alle 14:00 di lunedì 27 agosto 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.
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Fonte Autoblog.it
 
Cinese...appunto!
Tra pochi anni sarà, anzi saranno /le auto cinesi) un fenomeno come quelle giapponesi; ora no,... è ancora presto!
Stessa storia delle giapponesi di 30-40 anni fa...tutti le ripudiavano fino a quando hanno spopolato il mercato.

Siamo al ripetersi di quella storia..entrano e si muovono in sordina (le auto cinesi) per poi riscoprirle ricercate ed acquistate...da un momento all'altro diventeranno un prodotto buono, come per miracolo.

Ma ci vorranno anni, un'auto non è il telefonino o la camicia, non si compra solo se si risparmiano quattro euro, un'auto deve dare di più.

Per ora è presto, il mondo degli automobilisti non ancora accetta prodotti MADE IN CHINA nè qui che in Europa.
Ne riparaliamo tra 5 anni però...vi ricordate che i giapponesi venivano accusati degli stessi atteggiamenti !
Auto copiate, foto e scatti rubati in ogni fiera dell'auto, ecc,ecc...questa è la storia infinita che si ripete.
:blink:
 
Ultima modifica:
Giapponesi e cinesi sono diversi, molto diversi: i primi hanno sempre puntato alla qualità, i secondi alla quantità...i Giapponesi fotografavano e miglioravano creando anche una loro personalità (...design...), non come questi cloni cinesi...a mio avviso ci vorranno molto più dei 5 anni da tè predetti e questo proprio perchè ci troviamo di fronte a 2 popoli con carattere e mentalità opposta...se poi i cinesi fanno un passo in avanti l' importante è che il "Made in Japan" ne faccia 2, in modo da mantenere supremazia e distanza.
 
Caro Demont, io la competizione non la vedo tra cinesi e giapponesi, ma tra cinesi ed il resto del mondo.

Di giapponese ci sarà solo il fenomeno di globalizzazione sui mercati, io oggi di marchi cinesi a memoria non ne conosco neppure uno!

Come non conoscevo Datsun, (poi Nissan) o a malapena Toyota o Mitsubishi (che per me erano i climatizzatori) ma conoscevo Honda e Suzuki per le moto!
Oggi sappiamo di più, sappiamo del Kiazen, della Qualità globale,ecc,ecc.!

Tutto vero, i cinesi, (al momento) non hanno quella capacità di fare qualità ma quantità.

Ma non ci vuole mica molto a cambiare "la rotta" di questo andamento; come si farà?
Quando arriveranno auto di marchi cinesi e qualcuno inizierà a dire che sono auto buone (già Quattroruote ha cominciato a stampare copie in cinese, non ci vorrà molto a dire che il made in China del settore auto sarà buono!) e qualche concessionario che oggi ha chiuso, riaprirà con marchi cinesi (i costi delle auto, lo stock, ecc., saranno a carico delle case e quindi non a carico del titolare della concessionaria, come si faceva 60 anni fa in Italia) allora vedrai che la tendenza sarà diversa.

Io vedo un po' il ripetersi della storia delle coreane dal punto di vista di affermazione sul mercato.

Dallo scetticismo generale, dai prezzi super popolari, oggi Hyundai e Kia hanno cambiato i loro listini (e la loro reputazione) proponendo auto che ormai si aggirano sui prezzii delle europee e delle giapponesi.
Sono presenti in tutto il mondo e non sono più quelle auto da niente di una volta.
Hanno liquidità e potere economico, addirittura si sono organizzati a farsi da se gli acciai e le leghe per il prodotto auto.
Sono diventati una potenza economica.
La Cina ha le stesse, se non di più, potenzialità.
Gliele abbiamo servite su un piatto d'argento dandogli ciò che per noi è un problema (vedi Ilva) e cioè le fonderie, i cosiddetti lavori sporchi.
Oggi determinano il prezzo della ghisa e dell'acciaio nel mondo.

Non saranno 5 anni, ne saranno 10 ma la propulsione cinese sul mercato dell'auto mondiale, inzia proprio partendo dai marchi storici mondiali che avendo investito in Cina per partecipare alla conquista del nuovo mercato, alla fine si troveranno ad importare verso l'Europa, perchè l'europeo (il cittadino) potra avere problemi di crisi e di numeri ma le aziende automobilistiche conserveranno i loro business, i loro numeri, e dal mercato europeo prenderanno solo delle piccole quote.
Tutto è sbilanciato verso la Cina ormai, è uno tsunami economico quello in corso che solo i tedeschi sapranno arginare viste le loro capacità di saper tutelare e mantenere una identità diversa.

Anche i tedeschi stanno cambiando la loro filosofia di vita industriale; oggi compri una Classe B e praticamente compri un made in Ungheria, lo sarà tra poco Peugeot, lo sarà anche Audi ecc,ecc.

Compri Toyota in Europa, di giapponese c'è ben poco sulla Yaris e sulla Aygo.
Non è che se il managment di uno stabilimento è giapponese o tedesco, che il prodotto è giapponese o tedesco!
Ce la vogliono far credere, ma non è così.
Io ritengo la Yaris, un mezzo francese e non giapponese. Al netto del motore che se non sbaglio è un made in Japan.

Il mezzo autoctono, forse non esiste più, quindi alla fine il cliente autoctono non esiste più.
Allora tra offerte e propaganda, le cinesi avanzeranno inesorabilmente...secondo me.:blush:


Poi in Giappone c'è un vero "stop" al made in China, nel senso che li è una continua propaganda anticinese...ma fino a quando?

Fino a quando il giapponese non realizzerà che comprando nazionale avrà anche lui pagato un made in China.
Per la serie : se compro cinese sulla banacrella, sto comprando sottoqualità, se poi vado nel miglior negozio e compro griffato e poi scopro che è un made in China, la roba è buona!
Cioè la Cina per me è sottoqualità e per te (industriale) è buona?
Mi è capitato con un jeans Giorgio Armani pagato 170 euro...made in China e con un paio di Crocs pagate 33 euro che con mio stupore era made in China (scritto sotto fondo scarpa, in caratteri da 10mm!). Alla faccia della "non CINA" per tutti!

Insomma alla fine il prodotto auto cinese, non sarà solo fine a se stesso e per il mercato (interno) cinese, in qualche modo uscirà oltre le frontiere, credo che sia una condizione logica.
Difficile e lunga, ma ovvia....quindi prepariamoci, oggi c'è scetticismo e c'è molta sovrapposizione e concorrenza ma lo scenario è molto variabile.
I cinesi hanno i soldi, hanno la liquidità, hanno meno burocrazia di leggi e di labirinti sull'inquinamento, sono la "tana" mondiale della manodopera, sapranno cambiare l'immagine ed allora non li fermerà più nessuno. Compreranno tanti di quei marchi mondiali e saranno i leader assoluti.

I nostri nipoti lavoreranno per quelle operazioni di "reinsoursing", ma noi avremmo perso il patrimonio industriale di uomini (e capacità) che oggi vendono a chi (il cinese) offre subito denaro liquido e abbondante.
Uomini che potranno vivere per generazioni delle ricchezze accumulate e che ignoreranno la storia di questa o quella manifattura o fabbrica e se una storia italiana finisce in mani cinesi.

Un po' come quei film "I Visitor's", sono presenti dapprima a macchia di leopardo ovunque, per poi contarsi e dire...siamo i padroni del mondo!
E noi non possiamo farci nulla, perchè siamo coloro che bene o male, non contano nulla, non siamo politici, non siamo industriali...siamo i consumatori e non decidiamo cosa arriva sullo scaffale, ma decidiamo cosa prendere ed aqcuistare dallo scaffale, gli altri sono coloro che decidono cosa mettere.

Scusate se sono stato lungo....:wacko:
 
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Ciao "BigToyota" e nessuna scusa per la lunghezza del tuo intervento :smile: ...fà sempre piacere, oltre ad essere utile, leggere ragionamenti di questo tipo (...ponderati, logici e in italiano corretto...)...quello che esponi non fà una grinza: però ci sono realtà non piccole (...Germania, Brasile, Argentina, Australia, Giappone, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda, Russia, India, Corea del Sud, Canada, gli stessi Stati Uniti e molte altre...) in cui l' economia và bene o almeno non và male (...ed in molte di queste si vive pure bene da un punto di vista sociale: servizi, burocrazia, sicurezza, istruzione, sanità...)...cosa voglio dire ? ...che alla fine se si lavora bene (...in tutti i sensi e settori...) questa "grande Cina" non deve poi spaventare...inoltre và considerata (...e questo i costruttori auto lo hanno capito...) non solo come un grande esportatore ma anche come un grande mercato dove vendere.
 
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