Mercato dell’auto: l’identikit degli italiani al volante

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Poco meno di 200 mila nuove automobili, 190.381 per l’esattezza, nel solo mese di Marzo sul mercato nazionale non si vedevano dal 2010, come ricordano le associazioni dei costruttori Anfia e Unrae.

Il quel marzo di sei anni fa, quando i morsi della crisi erano solo all’inizio, le nuove auto erano state 259.000 e l’anno si era poi concluso a 1.960.000, per la prima volta sotto i 2 milioni dopo anni trionfali. Un risultato che allora fu considerato disastroso rispetto all’ultimo record di 2.493.000 del 2007.

Continuò così, come una slavina, lo storico crollo del mercato nazionale insieme a tutto il resto fino a toccare il fondo nel 2013 con appena 1.303.000 immatricolazioni in clima di vero e proprio day after. Se a questo aggiungiamo caro carburante, multe e divieti di ogni tipo, le solite cose insomma all’ombra di conti familiari in rosso, non c’è da stupirsi se la vecchia “voglia d’auto” sia stata ampiamente frustrata. E’ successo così che la propensione all’acquisto si sia spostata sulla modalità “rinvio” superando a piè pari i 6/7 anni massimo per la sostituzione fino a raddoppiare in almeno un caso su tre il periodo di conservazione della vecchia auto.

I dati di vendita come guida ai consigli per gli acquisti


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?Molti sostengono che parlare dei numeri dell’auto sia di scarso interesse anche se a ben leggere le cifre le loro interpretazioni possono essere una guida interessante per gli aspiranti acquirenti, come avviene nella finanza con le quotazioni di Borsa. Fatta questa doverosa premessa, la crescita del mercato italiano è al momento nettamente superiore a quella della media europea che in Febbraio era stata del 14% (i dati complessivi di marzo non sono ancora noti) ma solo del 10% nei primi due mesi di quest’anno.

Non è una gran sorpresa e meno che mai il simbolo di una maggiore ricchezza nazionale, ma solo la conferma che il mercato italiano è sceso più degli altri ed è rimasto quasi paralizzato molto più a lungo. Una ripresa, di puro parziale recupero, era dunque prevedibile seppure condizionata dalle opportunità più o meno attraenti dell’offerta in termini di prezzi, di promozioni, facilitazioni di pagamento e, naturalmente, di prodotto.

Novità e super promozioni il segreto della crescita

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?Da quest’ultimo punto di vista le novità, che ogni giorno Autoblog vi segnala, non sono mancate di certo e continuano a ritmo serrato seguendo sempre più da vicino gli orientamenti del pubblico mentre sul fronte economico sono state messe in campo dall’inizio dell’anno massicce e quasi irrinunciabili campagne promozionali a sostegno degli indicatori positivi indicati dai risultati del 2015.

FCA, soprattutto, ha scatenato un attacco che molti concorrenti hanno definito senza esitazioni “imbattibili” e che per alcuni sono state anche “insostenibili” costringendoli comunque ad il massimo possibile.

Il messaggio non poteva sfuggire, come rivela il 63% di clienti privati nel trimestre, soprattutto a coloro che viaggiavano con auto allo stremo e non a caso sono state proprio le tre aree tradizionalmente più caute negli acquisti, il centro sud e le isole, a contribuire sensibilmente alla crescita nei tre mesi rispettivamente con un +20,7, +29,9 e +27,5% a fronte del +21% della media di incremento generale.

FCA in particolare ne ha ricavato un punto secco di crescita fino a sfiorare il 30% del mercato nazionale che le consente di ottenere una quota europea al di sopra del 7% nella grande competizione internazionale dove la sua presenza è nettamente inferiore. Resta ora da vedere se le Campagne continueranno allo stesso ritmo.

Utilitaria o media purché diesel (sognando una Crossover)

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?Più auto nuove dunque ma al tempo stesso modesto in termini di valori: sempre nei primi tre mesi dell’anno dominano le utilitarie (segmento B) con un netto 40,2% in lievissimo calo rispetto al 2015, seguite dalle medie (segmento C) con il 28%. E se al 68,2% delle due classi dominanti si aggiunge il 18,4% delle piccole (segmento A) si completa l’identikit di un mercato nazionale “povero” che lascia un margine di appena il 13,4% alle classi superiori ben in linea con la realtà economica italiana.

Ma il quadro non sarebbe completo senza le cifre relative alle scelte in fatto di carrozzerie e motori. Qui i numeri dicono a colpo d’occhio chi siamo e cosa vorremmo essere: le berline coprono il 54,9% delle immatricolazioni nel periodo, ma la voglia di Crossover è in costante crescita ed ha raggiunto (per ora) il 18,3% una quota visibilmente arginata dai costi ma favorita delle altrettanto costanti innovazioni da parte dei costruttori. ?

Altrettanto facile il capitolo delle motorizzazioni dove la scelta delle diesel al 56,3% è schiacciante rispetto al 33,5% delle benzina. In secca discesa su piccole quote a una cifra GPL e Metano, in faticosa ascesa le ibride (rappresentate sostanzialmente solo da Toyota), al palo le elettriche malgrado il potenziale interesse del pubblico. Ma in quasi totale assenza delle infrastrutture e di opportune scelte politiche questo filone divenuto ormai interessante non può avere storia. Il caso Tesla fresco di cronaca da noi è ancora lontano.

Nella pagina successiva, il commento ai dati del solo mese di Marzo.

Foto credit Andrea Castelli, Stefano, Felicita73, Steve Snodgrass

Mercato dell’auto: l’identikit degli italiani al volante pubblicato su Autoblog.it 04 aprile 2016 10:47.

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